venerdì 13 gennaio 2017

Quali sono i POSTULATI FONDAMENTALI DELLA CRIMINALISTICA?

L'investigazione sulla scena del crimine, che rappresenta la c.d. "fase CSI", richiede che gli operatori coinvolti si distinguano, innanzitutto, per un rigore assoluto e una ben precisa metodologia di lavoro. La ricerca delle tracce, infatti, deve avvenire nel pieno rispetto di precise procedure operative, volte a limitare ogni possibilità di errore e di "contaminazione" della scena. In particolare, è opportuno che, qualora ci si dedichi all'esame di un ambiente in cui si sia verificato (o si crede che si sia verificato) un evento delittuoso, si tengano sempre a mente alcuni basilari principi, veri e propri "postulati fondamentali della criminalistica". Questi postulati, ampiamente esaminati nel testo Manuale delle investigazioni sulla scena del crimine (a cura di Curtotti D., Saravo L.), che figura tra quelli che mi sento vivamente di consigliare non solo a ogni appassionato di criminalistica, ma pure a chi, di fatto, si trovi già a lavorare nell'ambito delle investigazioni, mirano a guidare il procedimento logico di chi si appresti a ricercare e a raccogliere elementi utili alla ricostruzione di un delitto. Questi postulati sono espressi da 5 principi, ossia:
- Principio di interscambio: quando due corpi entrano in contatto, avviene inevitabilmente uno scambio di informazioni sotto forma di tracce. L'autore di un delitto, cioè, lascia sempre qualcosa di sé sulla scena del crimine, così come questa, a sua volta, rilascia un proprio marchio sul reo. Pensate, per esempio, al caso in cui la scena del crimine si trovi in un bosco: in una tale situazione, l'autore del delitto avrà lasciato sicuramente tracce (che potranno essere biologiche o meno), ma sarà stato pure "segnato" dall'ambiente stesso, che avrà, per così dire, "ceduto" una parte di sé, sotto forma, giusto per fare un esempio tra tanti, di un particolare tipo di terriccio rinvenuto poi sulle suole delle scarpe del reo.
- Principio di divisibilità della materia: ogni materia, se sottoposta a una forza esterna, genera inevitabilmente tracce di essa.
- Principio di causalità: le tracce presenti sulla scena del crimine sono legate da una precisa relazione di causa-effetto, poiché ogni cosa è traccia di qualcos'altro.
- Principio di continuità laterale: in natura, in ogni ambiente, vi è sempre una continuità di informazioni che non risulta turbata da una netta interruzione. Vi è discontinuità solo laddove si sia verificata un'alterazione di qualche tipo. Se consideriamo, quindi, la scena di un crimine, le tracce prodotte in seguito all'evento (pensiamo, per esempio, a schizzi di sangue) tenderanno a distribuirsi necessariamente secondo una certa continuità, diffondendosi in modo omogeneo nello spazio. Ove tale omogeneità non sussistesse, ricorrerebbe in modo più o meno evidente un segno di alterazione del sistema.
- Principio di sovrapposizione: quando ci si trovi a esaminare una scena del crimine, il primo modo di stabilire la successione temporanea degli eventi è dato dall'analisi della disposizione stratigrafica degli oggetti sulla scena. Si guarda, cioè, al modo in cui tali elementi appaiono disposti uno sull'altro.
Tenere a mente questi postulati consente all'operatore CSI di fornire, innanzitutto, una spiegazione logica alle tracce rilevate. E potete ben capire come anche la scienza più evoluta, che sulla scena di un crimine può esprimersi con l'utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate, senza un ragionamento logico su cui fondarsi non può garantire risultati soddisfacenti.

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