lunedì 9 gennaio 2017

Che cosa si intende per CRIMINALISTICA?

Dopo tanti post dedicati esclusivamente alla criminologia, prestiamo ora attenzione anche all'altro ambito a cui questo blog vuole riservare il giusto spazio, e cioè quello della criminalistica. Partiamo, come al solito, dalle nozioni base, dall'ABC della scienza in esame.
Quando parliamo di CRIMINALISTICA facciamo riferimento, innanzitutto, all'insieme di tutte quelle particolari procedure scientifiche che sono attuate sulla scena di un possibile evento delittuoso per ricercare e successivamente analizzare gli elementi a esso collegati. Pensate, quindi, a tutte le operazioni che, con l'impiego di idonei strumenti e prodotti, possono essere eseguite da qualificate figure professionali  per individuare e raccogliere determinati reperti, biologici e non, al fine di accertare che sulla scena in esame sia stato effettivamente commesso un reato e, conseguentemente, di individuare il suo autore. Leggendo questa prima definizione, molti di voi penseranno sicuramente a serie televisive modello CSI e alle articolate indagini dei loro protagonisti. Ecco, quelli che in tali casi gli attori si trovano a impersonare non sono criminologi, ma criminalisti.
La criminalistica è sostanzialmente la "scienza delle tracce fisiche" lasciate in occasione dell'evento delittuoso. Tengo a specificare che si tratta di tracce "fisiche" perché sulla scena di un crimine esistono anche, e direi in eguale misura, "tracce psichiche", cioè segni che permettono di dedurre particolari caratteristiche della personalità dell'autore del delitto: in questo caso sarà il criminologo, e non il criminalista, a studiare il modus operandi adottato dal c.d. "soggetto ignoto", cercando così di delineare un profilo criminale a cui fare riferimento nel corso delle indagini (parliamo, quindi, di "criminal profiling", a cui ho già avuto modo di dedicare un precedente post).
Esistono diversi tipi di tracce: possiamo avere tracce rilevanti (cioè vere fonti di prova), contaminate (cioè prodotte accidentalmente da chi si trova a operare sulla scena del crimine successivamente a questo), dirette (ossia univocamente collegabili al reo), simulate, occupazionali (lasciate cioè dai frequentatori del dato ambiente prima che venisse commesso il crimine), circostanziali (ossia che descrivono particolare dinamica dell'evento delittuoso) ...
Alcune tracce sono immediatamente individuabili, mentre altre, le c.d. tracce latenti, possono essere individuate solo grazie a particolari strumenti (come apposite fonti di illuminazione) e prodotti chimici.
Postulato fondamentale conosciuto da ogni buon criminologo e criminalista è il noto "principio di interscambio" (o "principio di Locard"): tra scena del crimine e autore del delitto avviene inevitabilmente uno scambio di informazioni sotto forma di tracce. Non esiste il crimine perfetto, ma l'indagine imperfetta, che non risulta, cioè, in grado di rilevare questi particolari elementi, che, seppure di dimensioni incredibilmente ridotte, non possono che essere sempre presenti.
Il principio cardine della criminalistica è che la ricerca delle tracce deve avvenire in modo assolutamente sistematico e sulla base di un ben preciso criterio logico.      

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