venerdì 25 novembre 2016

Stalkers

Sono stati resi noti i più recenti dati Istat relativi agli atti persecutori che nel nostro Paese sono posti in essere nei confronti delle donne. Sarebbero 3,5 milioni le donne ad aver subito episodi di stalking nel corso della loro vita e il 78% di loro non ha mai chiesto aiuto. Cerchiamo allora di considerare in sintesi gli aspetti principali di questo fenomeno.

I persecutori sono individui che possono essere considerati veri e propri "cacciatori". Vi basti pensare, infatti, che il termine stalking è traducibile in italiano con l'espressione "caccia in appostamento"; deriva, infatti, dal verbo inglese to stalk, che significa propriamente "inseguire la preda in modo furtivo".
Uno stalker è un persecutore assillante che, con particolari comportamenti ripetuti nel tempo, crea nella sua vittima un profondo stato di disagio, fisico e psicologico. La persona perseguitata si sente di fatto come una preda braccata. Il persecutore, in genere, non aggredisce in modo diretto ricorrendo alla violenza fisica, ma esercita il suo potere sulla vittima attraverso tutta una serie di comportamenti da cui la stessa può sentirsi minacciata o comunque molestata. Non sempre lo stalker è pienamente consapevole di generare nel soggetto perseguitato uno stato di grave disagio, potendo in certi casi essere affetto da disturbi mentali che determinano l'incapacità di riconoscere la gravità della propria condotta.

Parlando di stalking, sono solito fare riferimento alla classificazione proposta da Paul Mullen, professore di psichiatria forense, che identifica in particolare cinque categorie di persecutori: "cercatori di intimità"; "respinti"; "corteggiatori incompetenti"; "rancorosi"; "predatori".
Il "cercatore di intimità" è un soggetto che cerca in ogni modo di instaurare un rapporto con una persona da cui si sente attratto, nell'incrollabile convinzione che questa sia innamorata di lui. La vittima generalmente non conosce il persecutore, nel quale può essersi imbattuta nell'ambito delle personali attività quotidiane. È un tipo di stalker particolarmente insistente. Solitario e non abile nel corteggiamento,  può spesso essere affetto da disturbo di personalità o da disturbo psicotico con marcata presenza di delirio erotomanico.
Il "respinto" è un persecutore che, avendo avuto in passato una relazione sentimentale con la vittima, è spinto dal desiderio incontrollabile di riallacciare il rapporto con la stessa. Solitamente, è un individuo violento da cui la donna perseguitata ha voluto ed è riuscita ad allontanarsi. Presenta molto spesso anomalie caratteriali e problemi di abuso di alcool e/o di stupefacenti.
Il "corteggiatore incompetente" è un soggetto con marcata incapacità di instaurare un rapporto sentimentale con le altre persone. A differenza del cercatore di intimità, questo tipo di stalker ha avuto un effettivo approccio con la vittima, ma si rivela assolutamente incapace di corteggiarla in modo adeguato. Quesa incapacità può derivare da immaturità, mancanza di un certo tipo di educazione, ma anche da ritardo mentale o da altri gravi disturbi psichici. Non è un persecutore particolarmente insistente e tende a cambiare vittima quando abbia ricevuto da questa un netto rifiuto.
Il "rancoroso" è uno stalker che vede sè stesso come vittima di particolari torti o soprusi, che possono essere reali o solo presunti. La persecuzione si concentra su soggetti da cui il rancoroso si sia sentito in passato umiliato o tormentato. La vittima braccata può anche non essere la persona da cui il persecutore ritiene di aver subito il torto, ma avere solo la sfortuna di rappresentarla simbolicamente. Questo tipo di stalker presenta generalmente gravi disturbi mentali (es. disturbo psicotico con delirio di persecuzione).
Il "predatore", infine, è il tipo di persecutore più pericoloso. Sono stalkers violenti che cacciano la loro preda spinti da un perverso appetito sessuale. Non sono socialmente bene integrati e presentano seri problemi di autostima. Affetti quasi sempre da parafilie, pensano ossessivamente alla vittima come oggetto sessuale su cui scaricare i loro impulsi. L'aggressione fisica e sessuale non rappresenta un'eventualità, ma un'azione che questi soggetti pianificano con cura.

I criminologi ritengono che alla base del comportamento persecutorio vi sia una vera e propria "patologia dell'attaccamento", determinata da una storia infantile di abusi, maltrattamenti e importanti perdite affettive.

Per quanto concerne i comportamenti più frequentemente adottati dai persecutori, possiamo dire
che uno stalker può fare ricorso a un arsenale davvero molto ampio, fatto di incessanti contatti telefonici, pedinamenti e appostamenti, adulazioni e regali continui, molestie di vario genere, visite intrusive nel domicilio e sul posto di lavoro, minacce e vandalismi...Senza considerare appostamenti e pedinamenti, che rappresentano il repertorio base degli stalkers, si può affermare che ogni tipo di persecutore prediliga in particolare alcuni dei comportamenti appena considerati: per esempio, respinti e rancorosi ricorrono frequentemente a molestie, minacce e vandalismi; cercatori di intimità e corteggiatori inadeguati, invece, si distinguono in particolare per l'invio assillante di regali e incessanti contatti telefonici. Considerate, comunque, che non esistono rigidi schemi comportamentali.
Vere e proprie aggressioni fisiche rappresentano generalmente il culmine dell'attività persecutoria e sono attuate quando lo stalker raggiunge l'apice della rabbia e della frustrazione nutrite nei confronti della vittima.

Merita di essere ricordato il c.d. "cyberstalking", tecnica di persecuzione particolarmente invasiva che sfrutta il mezzo informatico per molestare e minacciare la vittima designata.

Come emerso dalle ultime ricerche, la maggior parte delle donne che siano vittime di atti persecutori non si rivolgono a esperti e a forze dell'ordine per ottenere aiuto. Questo comportamento può rivelarsi un errore molto grave, per non dire fatale. Se è vero, infatti, che gli stalkers non ricorrono direttamente alla violenza nel corso della persecuzione, ugualmente vero è che col passare del tempo, a seguito dei rifiuti e dei tentativi di allontanamento da parte della vittima, questa possibilità può farsi sempre più concreta, in risposta a un accumulo di frustrazione che per il persecutore diviene insostenibile.