sabato 7 gennaio 2017

Il mass murderer di Fort Lauderdale

Nella giornata di ieri, nell'aeroporto americano di Fort Lauderdale (Florida), ha avuto luogo l'ennesimo episodio di mass murder (omicidio di massa), fenomeno da cui gli Stati Uniti continuano a essere tragicamente interessati. 5 morti e 8 feriti: è questo il bilancio della sparatoria che Esteban Santiago, ventiseienne ex militare, ha compiuto in meno di un minuto, scaricando più di trenta colpi sui passeggeri che, prima di lasciare l'aeroporto, erano in attesa di ritirare i loro bagagli. Dopo aver terminato le munizioni, il giovane si è arreso senza opporre alcuna resistenza. Gli investigatori americani non ritengono che possa essersi trattato di un attacco terroristico. Infatti, pur essendo le indagini soltanto agli inizi, i primi elementi raccolti sembrano confermare che l'uomo rientri a pieno titolo nella categoria dei mass murderers, ossia degli "assassini di massa". Prendendo spunto da quest'ultima tragedia e richiamando gli elementi raccolti dagli inquirenti americani che stanno lavorando sul caso, cerchiamo di capire, quindi, quali siano le caratteristiche più ricorrenti di una tale tipologia di assassino.
Secondo la definizione che possiamo ritrovare in letteratura, un mass murderer è un soggetto che nello stesso tempo e nello stesso luogo (dunque in un unico evento) uccide almeno 3-4 persone, che egli generalmente non conosce o con le quali, a ogni modo, non sussistono stretti legami. La ricerca criminologica ha permesso di delineare un preciso profilo criminale a cui questo genere di assassini sembra frequentemente rispondere: si tratta di soggetti relativamente giovani (tra i venticinque e i quarant'anni), che arrivano a compiere i loro massacri spinti principalmente da frustrazione e risentimento, alimentati, nel corso degli anni, nei confronti del sistema sociale d'appartenenza. Per un omicida di massa, la strage rappresenta un'occasione per vendicarsi di soprusi (reali o solo presunti) di cui lo stesso ritiene di essere stato vittima, lo strumento con cui riuscire a scaricare un'intensa tensione emotiva accumulata nel corso del tempo e non più contenibile. Generalmente, i mass murderers sono affetti da più o meno seri disturbi mentali, che possono consistere, per esempio, in disturbi di personalità (come quello narcisistico) o in disturbi psicotici caratterizzati dalla presenza di deliri di diverso genere. Molto spesso, questi soggetti hanno subito abusi e violenze durante l'infanzia. Successivamente agli omicidi, l'autore degli stessi può arrivare a togliersi la vita o può essere abbattuto dalle forze di polizia; la resa senza ulteriori spargimenti di sangue non rappresenta certamente il caso più frequente.
Tornando al caso specifico del killer di Fort Lauderdale, da quanto è stato fino a ora ricostruito, il giovane avrebbe aperto il fuoco sui presenti senza proferire parola, come se fosse stato in preda a una sorta di "follia omicida" innescata da chissà quale situazione. Alcuni testimoni hanno parlato di un litigio con alcuni passeggeri, episodio che potrebbe aver rappresentato, di fatto, l'ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già da tempo al limite della sua capacità, anche per via, probabilmente, dei seri problemi mentali da cui il giovane sarebbe stato affetto (secondo indiscrezioni, questi si sarebbe persino recato nel 2016 negli uffici dell'FBI, ad Anchorage, per denunciare di "essere costretto a combattere per l'Isis", e questo potrebbe effettivamente far pensare alla sussistenza di un vero e proprio delirio). Le indagini, come detto, sono in pieno svolgimento, ma al momento questi primi elementi farebbero propendere con una certa sicurezza verso la tesi del mass murderer, dato che le caratteristiche di Esteban Santiago sembrano chiaramente richiamare quelle sopra considerate in rapporto al profilo medio di questa topologia di assassini.