giovedì 25 agosto 2016

Che cos'è la CRIMINOLOGIA?

In estrema sintesi cerchiamo di considerare alcune prime ed essenziali nozioni. Prima di tutto, che cosa significa la parola "criminologia"? Criminologia vuol dire propriamente "discorso attorno al crimine". La parola è infatti costituita dal termine latino crimen (crimine) e da quello greco logos (discorso).
Quanto all'oggetto di studio di questa disciplina, ripropongo la definizione che ho sempre ritenuto tra le più complete, elaborata dal criminologo tedesco Kaiser, nella sua opera Kriminologie. Ein Lehrbuch, secondo cui la criminologia è "l'insieme organico delle conoscenze empiriche sul crimine, sul reo, sulla condotta socialmente deviante e sul controllo di questa condotta". La definizione deve però essere completata, considerando anche la vittima del crimine, cui la criminologia ha effettivamente rivolto sempre più attenzione nel corso dei decenni (tanto che la vittimologia costituisce oggi una branca particolarmente sviluppata della ricerca criminologica).
La criminologia, dunque, nasce in primo luogo dalla ricerca sul campo, senza la quale non sarebbe possibile delineare al meglio le specifiche dinamiche con cui il fenomeno criminale si manifesta nelle sue varie forme all'interno del tessuto sociale. Le teorie elaborate dai criminologi nascono da lunghe e complesse ricerche volte a raccogliere e a esaminare dati su dati, che possano garantire attendibilità a quanto poi formulato dagli studiosi.

ORIGINE E SVILUPPI
Il padre della moderna criminologia, contraddistinta cioè dall'applicazione del metodo scientifico allo studio del crimine, è da tutti considerato Cesare Lombroso, fondatore dell'antropologia criminale. Nato nel 1835, egli era medico e psichiatra, e a lui si riconduce il primo indirizzo della ricerca criminologica, cioè quello bioantropologico. Lombroso era convinto che il comportamento criminale fosse caratteristico di soggetti con particolari anomalie fisiche e che queste, ricordo di un precedente stadio evolutivo del genere umano, portassero inevitabilmente a determinate condotte delinquenziali. Le teorie di Lombroso ebbero per un certo tempo un notevole successo, per poi divenire bersaglio di aspre critiche. In particolare, la comunità scientifica iniziò presto a far notare come il c.d. "innatismo delinquenziale" sostenuto dallo studioso mancasse in realtà di solide basi a livello di metodologia della ricerca. Si riteneva, in poche parole, che Lombroso avesse costruito la propria teoria su dati tutt'altro che attendibili.
Quello di Lombroso fu comunque solo il primo di vari indirizzi che nel tempo hanno caratterizzato e/o caratterizzano tutt'ora la ricerca criminologica. Come anticipato, infatti, quando si parla di criminologia bisogna tenere bene a mente che la sua principale caratteristica consiste nella multidisciplinarietà. Si fonda quindi su un insieme di saperi provenienti da scienze diverse, ciascuna delle quali ha cercato di dare risposta alla stessa, fondamentale domanda: perché si delinque? Tra gli indirizzi su cui si fonda la criminologia possiamo, per esempio, ricordare quello sociologico (il primo a contrapporsi all'indirizzo bioantropologico), che presta attenzione particolare all'ambiente sociale in cui l'individuo che delinque si trova a vivere; quello psicologico, che invece si concentra sulla personalità del soggetto delinquente, cercando di individuare i fattori psichici che possono spingere all'attività criminale; quello biologico (che negli ultimi anni è tornato in auge), in base al quale il comportamento criminale avrebbe un'evidente componente biologica.
Non è possibile individuare un indirizzo prevalente sugli altri: tutti cercano di indagare il fenomeno criminale seguendo semplicemente percorsi diversi, ciascuno dei quali può senza dubbio apportare contributi importanti; contributi di cui ogni buon criminologo dovrebbe tener conto per avere una visione di insieme più completa possibile.

  

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